“Delitto Neruda”, il libro-inchiesta di Roberto Ippolito

“Delitto Neruda”, il libro-inchiesta di Roberto Ippolito

5 Novembre 2020

Pubblicato da Chiarelettere, ci farà conoscere vicende inedite del poeta dell’amore Pablo Neruda

Roberto Ippolito, giornalista e autore di libri d’inchiesta di successo, come “Evasori” (Bompiani), “Ignoranti” e “Abusivi”, pubblicati con Chiarelettere, torna in libreria con un nuovo, scottante libro su uno dei poeti più amati di sempre, Pablo Neruda, che è stato anche diplomatico e politico cileno, considerato una delle figure più importanti del Novecento.

A pochi giorni dalla notizia del referendum che segna la parola fine alla Costituzione ereditata dall’era Pinochet, la questione della morte di Pablo Neruda è una pagina di storia aperta ma anche estremamente attuale. La poesia era considerata sovversiva negli anni della dittatura cilena (1973 – 1990) e per questo, secondo la ricostruzione condotta dall’Autore Roberto Ippolito, che ha svolto importanti ricerche internazionali, la morte di Neruda, il 23 settembre 1973, non avvenne a causa della malattia.

L’indagine di Ippolito ha portato l’autore a rintracciare prove evidenti del fatto che il poeta premio Nobel sia stato ucciso dal golpe di Pinochet. Nel libro sono riportate anche le parole del nipote, Rodolfo Reyes, che ha dichiarato: “Il mondo deve sapere la verità sulla morte di mio zio Pablo”.

Con “Delitto Neruda”, il lettore potrà rivivere quello che è accaduto durante l’instaurazione della dittatura militare di Pinochet, in Cile, l’11 settembre 1973.

Abbiamo chiesto direttamente all’Autore come sia riuscito a ricostruire il filone di questa indagine.

Quando ha iniziato ad interessarsi di Pablo Neruda e quali sono stati i primi indizi che l’hanno portata ad effettuare l’indagine giornalistica?

Mi sono imbattuto in alcuni sospetti sulla fine di Neruda. Ho avvertito subito il bisogno di saperne di più. La curiosità e la passione letteraria sono state le due molle. A lungo ho immaginato di raccontare i dubbi sulla morte di Pablo Neruda: provocata dal cancro alla prostata, in base alla versione ufficiale, oppure non naturale? E con i dubbi sono sempre andato avanti, senza dare mai nulla per scontato. Ho raccolto tutti gli elementi utili da tutte le parti nel mondo, anche di segno diverso. Ma via via prevalevano le testimonianze, i documenti e i fatti che smentiscono il cancro come causa del decesso, a cominciare dalla falsità del certificato medico e dalla scomparsa della cartella clinica del suo ricovero.

Scorrendo le pagine del libro si potranno ritrovare le prove di questa tesi sulla tragica fine di Pablo Neruda?

Una pagina dopo l’altra cerco di far vivere al lettore lo stesso cammino che ho compiuto io svolgendo le ricerche. Ovvero di fargli scoprire, come avvenuto a me, quello che è successo ma anche quello che non è successo, quello che risulta ma anche quello che non risulta. Non avevo nessuna tesi precostituita da dimostrare per la quale trovare le pezze d’appoggio. Tutt’altro: ero alla ricerca della verità e per inseguirla dovevo raccogliere più materiale possibile e vedere (per poi far vedere) cosa viene fuori. Così strada facendo, da un capitolo all’altro, emergono i pezzi della storia che provano la morte non naturale. E che determinano il titolo “Delitto Neruda”. Un esempio può essere la cintura del poeta premio Nobel della letteratura, rilevante per stabilire le condizioni al momento del decesso.

È un libro che descrive il profilo politico e umano di Neruda?

I tratti della personalità così ricca di Pablo Neruda, ricavati anche da episodi sconosciuti, vengono delineati nel libro pur non essendo una biografia. Sono indispensabili per comprendere perché era così popolare, perché era ed è tanto amato nel mondo intero, perché lui era nel mirino degli artefici del golpe militare. Dopo la vittoria del Nobel, riceve un tributo di decine di migliaia di persone, un trionfo, nell’Estadio Nacional di Santiago del Cile, lo stesso che nove mesi dopo diventerà il campo di concentramento della dittatura di Pinochet. Neruda è insieme il poeta dell’amore, il poeta dell’impegno civile (si definì poeta di pubblica utilità), il poeta della vita cantata in tutti i suoi aspetti.

Cosa lo ha colpito di più di questo importante personaggio della letteratura per arrivare a realizzare una ricerca che ribalta la storia ufficiale per come è stata raccontata fino ad oggi?

Nella poesia di Pablo Neruda c’è dunque tutta la sua personalità. E con la sua poesia c’è una forte presenza nella società, perché Neruda celebra i sentimenti, esalta le cose della quotidianità, è battagliero politicamente, canta la sua America, si batte per la giustizia e la cultura. La sua fama non ha confini sin da quando, a solo venti anni, pubblica “Venti poesie d’amore e una canzone disperata”. In Cile è un punto di riferimento indiscutibile. Per questo è vittima del golpe. La verità sulla sua fine è fondamentale per rendersi conto dell’enormità delle violazioni dei diritti umani compiuti dalla dittatura di Pinochet.

La storia di Pablo Neruda testimonia quanto la poesia possa essere rivoluzionaria?

Tre giorni dopo il golpe Neruda subisce nella casa di Isla Negra una perquisizione con un incredibile spiegamento di forze: “Cerchi pure” dice al capitano che la guida, facendogli presente che “qui c’è una sola cosa pericolosa per voi”. L’ufficiale sobbalza, sembra credere a un’insperata confessione: “Cosa?” chiede. E Neruda risponde secco: “La poesia”. In una situazione tutt’altro che tranquilla fa quindi ricorso al sarcasmo. Ma è evidente che per il regime appena insediato la poesia era davvero un pericolo. Un pericolo dal suo punto di vista così inaccettabile che i libri di Neruda sono stati incendiati dai militari nei falò per le strade: il poeta andava cancellato.

 


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